Il turismo a Taranto. Piccola analisi della costa orientale tarantina.

Francesco RessaTerritorio Leave a Comment

Turismo litoranea salentina TarantoSin da quando ero piccolo, ho passato la mia estate a Marina di Pulsano, a 20 km da Taranto. Si trova sulla costa orientale della provincia, quella meno conosciuta dai turisti, maggiormente propensi a recarsi sulle spiagge di Marina di Ginosa e Castellaneta.

Oggi c’è un gran parlare di turismo a Taranto. Il successo del Salento fa da traino all’entusiasmo che si respira in certi ambienti imprenditoriali, ma la realtà è tecnicamente e culturalmente molto diversa. Per capire cosa si può fare oggi, va raccontato cosa era e cosa è diventata questa striscia di mare negli ultimi 30 anni.

Non può essere una descrizione troppo articolata, altrimenti finirei per scrivere tantissimo. Mi limite a qualche considerazione sintetica che possa spiegare a grandi linee il contesto.

La mia infanzia nella costa orientale

I miei occhi di bambino ricordano intere spiagge libere, qualche albergo e la zona di Lido Silvana, con il camping e la struttura di Fata Morgana. Tutto cambiò con l’incendio della pineta nel 1999. Ettari di arbusti bruciati, assieme ai tanti locali che erano presenti.

Una zona di ritrovo per turisti e abitanti locali, spazzati via in un caldo e ventoso pomeriggio di inizio estate.

Nello stesso periodo chiudevano diverse piccole realtà ristorative a gestione familiare. Ne prendevano il posto, strutture più adeguate ai tempi e con migliori capacità attrattive. Restava però, un limite di fondo: erano rivolte quasi esclusivamente al turismo locale.

E le spiagge libere? Quasi un vanto per gli abitanti locali, soprattutto se in contrapposizione agli stabilimenti del nord Italia. Eppure, anche qui, strutture private in concessione hanno iniziato a gestire pezzi di sabbia. Una scelta dettata dalla necessità dei comuni di far cassa, da interessi politici e capacità imprenditoriali.

Un cambiamento inevitabile, anche con qualche vantaggio, ma con molte zone d’ombra e una disorganicità di fondo ben visibile con occhi attenti.

Situazione odierna

I miei occhi di adulto ora guardano le cose in modo diverso, più consapevole di come funzionano certe dinamiche. E’ pur vero che riguardandomi indietro, le cose sono cambiate, ma non tanto quanto mi sarei aspettato. Molti locali sono rimasti uguali, alcuni si sono rinnovati, altri hanno aperto e altri ancora hanno chiuso. C’è più voglia di fare, ma resta sempre quella dimensione provinciale che non riusciamo a scrollarci di dosso.

La mia sensazione è che manchi una visione maggiormente aperta, orientata al turista vero e proprio, soprattutto a quello proveniente da fuori provincia, vera e propria risorsa da gestire e coccolare per sperare in un passaparola che aumenti ulteriormente la domanda.

Difatti, chi usufruisce di spiagge e locali siamo soprattutto noi. Le voci e gli accenti sono i nostri. Non sono gli unici, ma quando ascoltiamo una cadenza diversa, spesso si tratta di fuorisede in vacanza o dei loro figli.

E cosa accade? Sono innumerevoli le testimonianze pubbliche di rifiuti abbandonati, oggetti lasciati in cattivo stato, maleducazione e una generale mancanza di tutela delle cose pubbliche, che stona con l’immaginaria appartenenza a una comunità tarantina che dovrebbe aver cura del proprio territorio e invece lo deturpa senza preoccuparsene.

Sì, perché è inutile nasconderci dietro a un dito. C’è ancora molto da fare a livello educativo nel conservare e mantenere pulite aree pubbliche che dovrebbero essere sempre preservate, ed invece vengono trattate come discariche a cielo aperto. Il problema non è solo nostro, perché questo accade quasi ovunque, ma non deve essere una giustificazione.

Cosa fare per cambiare le cose

Abbiamo già detto che si parla tanto di turismo a Taranto. Eppure sono tante le cose su cui il tarantino deve ancora lavorare. Ci mettiamo tutti, noi compresi. Si tratta di cambiare radicalmente la nostra visione.

In Salento, pur con i loro problemi, hanno capito come attirare centinaia di migliaia di turisti all’anno. Matera, da città abbandonata, è diventata importante meta turistica e nel 2019 sarà capitale europea della cultura. Titolo a cui anche Taranto aspirò, ma che pur in presenza di eccellenze come il museo MarTa, ci sembra realisticamente fuori luogo.

Oggi è il tempo di lavorare su di noi. Capire che è il momento di unire le forze e non dividerle. Siamo già la città frammentata su ogni argomento. E gli altri ne approfittano continuamente, facendo rete e lavorando con una visione unica.

Turismo di massa che punti solo al mare e al divertimento, esattamente come accade in provincia di Lecce, oppure una idea diversa, maggiormente orientata alla cultura e importanti tradizioni centenarie che non aspettano altro che essere valorizzate e proposte a potenziali visitatori interessati a un’offerta turistica di questo tipo?

Inutile far notare che turisti di questo tipo tendono a spendere di più di giovani in cerca di divertimento facile e a buon mercato.

Un piccolo grande consiglio

Cosa puoi fare tu per iniziare a cambiare le cose? Inizia con l’essere ottimista, perché pensare positivo è un enorme incentivo a fare bene. Poniti degli obiettivi, anche ambiziosi. Ci sarà tempo e modo di crearne altri intermedi.

Circondati di persone altrettanto ottimiste. Ascoltale e fatti aiutare da loro. Discutere, condividere ed elaborare le proprie idee è uno stimolo continuo a migliorare. E rende più facile raggiungere gli obiettivi.

Ressa.it vuole essere questo stimolo e aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi nel campo del marketing locale. Il digitale e la sua applicazione nelle strategie imprenditoriali è ormai fondamentale per competere nel mercato turistico.

La tua crescita è il volano per aiutare tutto il territorio a fare lo stesso. Il turismo a Taranto ha bisogno di tutti, anche di te. E’ finito il tempo di aspettare.

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Figlio di commerciante. Mi laureo in Scienze politiche e frequento un Master in finanza e controllo di gestione, ma ho sempre seguito con interesse tecnologia, informatica e marketing. Ho unito le passioni e le ho trasformate in lavoro. Portierecalcio.it è la mia creatura più importante. Ressa.it è la condivisione di quello che ho imparato e realizzato.

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